venerdì 29 novembre 2013

IL SIGNIFICATO DI INFERENZA NELL'ADVAITA VEDANTA


In occidente Inferenza è una conclusione che viene tratta da due o più fatti o affermazioni.
Esempio che si fa sempre:

"TUTTI GLI UOMINI SONO MORTALI."
"SOCRATE E' UN UOMO."

Chi scrive questa frase ci mette volontariamente un senso nascosto, implicito (e infatti, in filosofia, si chiama IMPLICAZIONE) che in questo caso è:

SOCRATE E' MORTALE.

Chi capisce l'implicazione, invece INFERISCE, Inferenza è quindi "il capire l'antifona", ovvero cogliere il significato IMPLICITO di una affermazione.



Nella logica vedanta vi sono, tre (chiamiamole così) tecniche interpretative, in grado di rivelare le implicazioni ovvero i significati impliciti o nascosti:

1) jahal (jahati) laksanà.


2) ajahal (ajahati) laksanà.


3) jahad – ajahal (bhàga) laksanà.


Jahal laksanà (cfr. Sadananda -"Vedàntasara", ed. Ashram Vidya) è definita implicazione rimuovente.
Facciamo un esempio.
Tizio dice a Caio: "la città di Livorno è sul mare".
Ovvio che il senso letterale di questa frase sarà “rimosso” dal senso implicito.
Difficile credere che Livorno sia costruita direttamente sulle acque .
Si presume che siano implicite le parole costruita sulla riva. (del mare)
Ascoltando quindi frase "la città di Livorno è sul mare" il senso esplicito, diretto sarà “rimosso” e sostituito dal significato indiretto o implicito.
Un significato che, sebbene non espresso, sarà indiscutibile.

Ajahal- laksanà è definita, invece, implicazione non rimuovente.
Questo si ha quando il significato letterale è, senza il significato implicito, incompleto e/o totalmente incomprensibile.
Facciamo qui il medesimo esempio citato da Sadànanda nel Vedantàsara:
"Il rosso corre più veloce degli altri".
Rosso è una qualità.
Ovvio che ci si sta riferendo ad un cavallo rosso, o ad un corridore rosso per capelli o abiti .

Bhàga-laksanà è l' implicazione rimuovente-non rimuovente.
Prendiamo la frase: "Tu sei quel tizio che 5 anni fa si allenava nel parco con la spada cinese."
Tu sei quel Tizio…. significa che chi sta parlando riconosce in te, ora, lo stesso Tizio di 5 anni fa.
La frase in sé sarebbe contraddittoria in quanto in apparenza TU Tizio e QUEL Tizio sono due oggetti (di conoscenza) diversi.
Ma il significato implicito rimuove la contraddizione, rivelando che non c’è differenza tra il Tizio di 5 anni fa ed il Tizio di oggi.
Chi parla riconosce in Te lo stesso Tizio al di là dell’indicazione temporale e magari dei diversi vestiti che indossi e del diverso taglio di capelli.
Si tratta di un riconoscimento.
Questa serie di processi mentali è indispensabile nella pratica dei mahavakya, come Tat Tvam Asi, Tu sei Quello.
"Tu" ha a che vedere con il piano di identificazione soggettivo e "Quello"con l’universalità.
Tu ad esempio,è il Jiva e Quello è l’Atman.
Tu è immediato ("Tu" sei ineluttabilmente Tu) mentre Quello è "non immediato".
Se applichiamo a TAT TVAM ASI lo stesso procedimento che abbiamo applicato della frase “Tu sei quel Tizio che 5 anni fa si allenava nel parco con la spada cinese”, si avrà la rimozione delle apparenti contraddizioni.
Tu e il Tizio di 5 anni fa siete apparentemente diversi, ma, eliminando le sovrapposizioni , ovvero la diversità di tempo (oggi e cinque anni fa) e luogo (qui e nel parco) non rimane altro che Tizio
Allo stesso modo il TU "acqua" , per fare un esempio, contenuto in un vaso si identificherà con "l
'acqua del lago" (Quello) in cui il vaso galleggia. 

Nel caso dell'acqua contenuta nel vaso fatto galleggiare nel lago, l'acqua contenuta sarà tvam padhartha e l'acqua del lago sarà tat padhartha.
nel caso del Tizio avremo TU che nell'interpretazione vedantica viene definito tvam padhartha e QUEL TIZIO CHE.. che viene definito Tat padhartha
Il legame, la copula, il ponte trai due ( che si chiama aikya padartha), ovvero il verbo Essere, sarà "effetto"dal processo di trasformazione della mente innescato dalle tecniche (per esempio jahal (jahati) laksanà, ajahal (ajahati)laksanà, jahad-ajahal (bhàga)laksanà.), che svelano il significato implicito della frase " TU SEI QUELLO.

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