venerdì 1 novembre 2013

L'OBLIO E IL RACCONTO DELL'ESPERIENZA

Tra blog, forum e dispense per gli allievi ho scritto più di diecimila articoli. Il tema è sempre lo stesso, ma negli anni ho cambiato più volte la mia visione dello yoga, del tantra, dell'essere umano.
Quest'anno l'incontro prima con i Ringsel (le "sacre reliquie") del Buddha e di Milarepa e poi con Babaji di Hairakhan, hanno prodotto, in me e nella mia maniera di intendere la pratica, una rivoluzione copernicana.
Ho ripreso in mano vecchi scritti, testimonianze di quarant'anni di esperienza nello yoga e mi sono chiesto se i milioni di parole che ho scritto abbiano una qualche utilità.



La testimonianza è sempre letteratura, e chi  fruisce della testimonianza altrui si trasforma spesso in critico letterario.
Mi è capitato spesso, spinto da un qualche  impulso interiore o chissà dalla voglia di stupire e di esibirmi, di raccontare in pubblico episodi anche intimi, che hanno indirizzato o stravolto la mia vita.
Ho cercato di dare parole a ciò che ha suscitato, e ancora suscita in me, stupore e  meraviglia.
Ma il "dare parole" ad un'esperienza" è sempre letteratura.Col tempo il racconto (che rimanga fedele a se stesso o si arricchisca di nuovi particolari è lo stesso) diviene non resoconto dell'evento, ma testimonianza della testimonianza.
Il punto focale diviene il raccontare e pur mantenendo, almeno in parte, la fragranza della verità, si smarrisce il succo dell'esperienza e quindi il  suo potere evocativo 
Immagini  suggestive come "La Dea nuda", "i Veli strappati", Il "deserto silenzioso" a son di ripeterle vengono snaturate.
Se si parla di yoga si parla di qualcosa di pratico di qualcosa che ha "degli effetti oggettivi"reali.
Come è scritto negli Shiva sutra  "il proseguire del cammino è permeato di meraviglia", e dove vengono a mancare lo stupore e la meraviglia ci si trova in un luogo di stallo.
La Dea è la Vita e  si esprime attraverso una serie di poteri ai quali gli antichi davano i nomi di Numi, Asura, Devata o Kami.Che questi dei e le loro gesta siano considerati processi psicologici o immagini fantastiche o frutto di alterazioni mentali poco importa.
Ascoltare il linguaggio degli dei e riviverne le gesta è esperienza che suscita meraviglia.
Se la Dea, la Vita , si esprime attraverso l'incarnazione dei suoi poteri, i veli che indossa impediscono la comprensione, diretta, di quei poteri.
Ma talvolta si creano delle fenditure.
La veste Le scivola dalle spalle mostrando il lampo di un seno nudo.
Oppure, senza malizia, la solleva  mostrando cosce incredibilmente lunghe e snelle.
Se si sta in campana, pronti a sfruttare tutte le opportunità , pur senza spogliare la dea,  dagli sguardi rubati ci si può anche fare un'idea del suo corpo nudo.
La visione della bellezza della Dea è  devastante.
Uno tsunami che spazza via idee, credenze e a volte, l'intera storia di una persona.
Come le increspature del mare sembrano risucchiate dalla grande onda, la visione della Dea è  la Modificazione  della mente (citta) che spazza via le altre modificazioni.
Dopo la grande onda, il mare si placa.
Sulla spiaggia cala il silenzio.
L'insegnamento della Dea arriva, inatteso, nel silenzio ineffabile che segue la grande onda.
Si può raccontare la grande onda, e le nostre parole desteranno interesse, magari ci applaudiranno. Qualcuno, suggestionato da esperienze non sue si scoprirà maestro o grande iniziato, ma se si perde il seme del silenzio sla testimonianza rimarrà letteratura o si farà critica letteraria.Il profumo della Dea  è inconfondibile.
Non si può fingere di sentirlo o raccontare, mentendo od illudendosi, di averlo sentito.
E' un profumo che trasfigura, per un attimo. Non ci si può neppure fidare dei ricordo, ché il ricordo è anch'esso letteratura,.
Forse dovremmo usare un'altra parola, un altra lingua, perché il profumo della Dea è eterno per chi è senza tempo, ed evanescente per chi è nel tempo e  nel rinnovare il racconto perde progressivamente l'aroma, sfumando fino a rimanere  sterile nostalgia del ricordo di Sé.
La parola deve essere viva e la parola viva ha cuore, visceri ed organi genitali.

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