lunedì 4 novembre 2013

VEGLIA, SOGNO E SONNO PROFONDO

Si dice che visva, taijasa e prajna siano stati di coscienza.
In genere si fa  per semplificare.
in realtà sono persone.




Lo stato di coscienza di veglia è jagrat ( जागृतः jāgṛtaḥ= svegliato) ed il jiva incarnato in quello stato di coscienza si chiama jagari,
Lo stato di coscienza di sogno è invece svapna e quello di sonno profondo è invece susupti.
Visva, taijasa e prajna sono quindi i "corpi".
In pratica il jiva incarnato ha tre possibilità di coscienza, tre luoghi.
ed in ognuno di questi luoghi sogna , per così dire, un corpo.
Taijasa è il luminoso perché non ha bisogno, per essere visibile, di altra luce se non quella interiore.

-"Egli [il jiva] sogna tramite la sua propria luce"-

Possiamo parlare di tre persone diverse, visvataijasa e prajna, che sono prodotte dal "movimento" del jiva su tre piani diversi, jagrat, svapna e susupti.
Tre diversi palcoscenici e tre diversi "ruoli" frutto del sogno del jiva (coscienza individuale) , quindi auto-prodotti.
 Nello stato di sonno profondo  il jiva gode contemporanemente delle tre "modificazioni" che si dice siano prodotte della non conoscenza del sé: ignoranza, egoismo, felicità.
Il jiva nello stato di sonno profondo, privo di dolore e conflitto, gode di se stesso. Quello significa che questo stato, considerato da alcuni " elevato" è quello che più allontana la possibilità dell'illuminazione.
Nello stato di sogno  invece ci sarà più consapevolezza rispetto allo stato di sonno profondo, ma questa consapevolezza non potrà ovviamente essere totale.
Dallo stato di sogno è facile cadere nel sonno profondo. 
Ed è facile scivolare nella non consapevolezza e chiamarla risveglio [come accade con certe droghe psicotrope], dimenticando che tutti i fenomeni, piacevoli e spiacevoli, che sperimentiamo nello stato di sogno sono auto-indotti.Lo stato di veglia è l'unico che può essere vissuto con piena consapevolezza.
Una consapevolezza che deve essere portata prima nello stato di sogno e poi nello stato di sonno profondo.
La coscienza dell'identità con il Brahman può essere realizzata  solo nello stato di veglia.
Una volta compreso e realizzato che la realtà di veglia è apparenza fenomenica [NB. "apparenza fenomenica" non illusione] si può procedere ad "illuminare" con la luce della coscienza anche gli altri due stati fino a comprendere che anche visva, taijasa e prajna, nel loro insieme altro non sono che un sogno sognato da un dio che dorme "dentro di noi".Per dirla in termini di Samkhya, c'è un solo purusha, ma indossa costumi diversi a seconda dal luogo in cui si trova.

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