venerdì 1 novembre 2013

IO, MERCURIO E LA SPADA RICURVA



Usando delle parole che ci "risuonano", cosi si usa dire negli ultimi tempi, e delle "perifrasi ad effetto" (come le chiama Raphael) alle quali siamo affezionati, proviamo delle sensazioni positive, che possono andare dal piacere di aver svelato (o creduto di svelare) il contenuto di un mito, alla commozione nel rileggere parole da noi stessi scritte e dai noi stessi ritenute significative.

O magari nello scoprire che un altro prova le nostre stesse sensazioni all'ascolto di di quelle stesse parole e quelle stesse perifrasi.
E' interessante il funzionamento della mente.
In Grecia  il simbolo delle mente umana è Mercurio (Ermes Ἑρμῆς), il Dio ladro e bugiardo, simpatico, apportatore di sogni (cfr. inno omerico ad Ermes) e mandriano.
E' Mercurio che va alla ricerca della ninfa IO, la ritrova e la salva uccidendo Argo dai cento occhi. Sa fare un sacco di cose, Mercurio: è il dio polùtropos, dalle mille risorse.
Allontanarsi dai sogni ad occhi aperti in cui ci costringe la mente/Mercurio non è certo la cosa più facile del mondo...






Io nei miti greci è figlia di Inaco e sacerdotessa di Era (Giunone, sposa di Zeus/Giove).
Zeus se ne innamora, la seduce e, per non suscitare le ire della consorte e celare ad occhi indiscreti i suoi giochini erotici, trasforma  il giorno in notte.
Ma Era capisce che quell'oscurità posticcia è un trucco di Zeus e impone che la Giovane, trasformata in vacca, sia imprigionata in un nascondiglio segreto e guardata a vista da Argo.
Su ordine di Zeus, Ermes si mette alla ricerca di IO, la trova, uccide il guardiano con una spada ricurva, e la libera. Ma la poverina, torturata da un tafano inviatele da Era, fugge prima in India e poi in Egitto, dove dà alla luce Zeus Epafo.
La storia si complica: 
Zeus Epafo a sua volta si sposa con Menfi, figlia del Nilo, con la quale ha tre figli: Tebe, Lisianassa e Siria.
Di Lisianassa e di Libia si innamora Poseidon (Nettuno) e dalla duplice unione nascono Busiride e i due gemelli Agenore e Belo.
Da Agenore discendono Cadmo e Armonia ovvero "l'uccisore del drago" e la sua sposa, madre di Agàve.
Di Busiride si sa che fu ucciso da Ercole, ma è forse più importante ricordare che prese il posto, come re dell'Egitto, di Osiride.
La storiella è complessa, ma assai educativa:

1) Io è sacerdotessa di Era , è, cioè la manifestazione fisica della Dea.
Giove se ne innamora e per accoppiarsi carnalmente con lei " trasforma il giorno in notte".

2) Io trasformata in vacca, viene ritrovata da Mercurio ( mente/manas), ma torturata da un tafano fugge in India.
Dall'india si trasferisce in Egitto e lì partorirà  Epafo da cui discendono sia i Re che prenderanno il posto di Osiride, sia i semidei (Cadmo ed Armonia) che daranno vita  alla nuova civiltà ellenica con l'uccisione del Drago/serpente e la dispersione dei suoi denti sul monte Citerone  e sarranno corresponsabili della degenerazione dei culti dionisiaci da riti solari a riti lunari (grazie alla baccante Agàve).
Il mito di Io sembra raccontare una storia di "metallizzazione".
Il momento in cui il divino scambia l'aspetto fisico/grossolano per quello Reale.
Giove preferisce Io ad Era, preferisce cioè la manifestazione terrena al principio, e per unirsi alla manifestazione trasforma il giorno in notte.Da quel "peccato originale" nasceranno i re terreni che prendono il posto di Osiride e le Baccanti di Tracia che ridurranno i riti Dionisiaci in rituali orgiastici trasformando il "latte" in "vino".


Si dice che la tempesta del Giorgione 
ritragga Epafo allattato da IO sotto l'occhio vigile di Mercurio.






Il mito forse racconta, che la mente è ciò che ci impedisce la visione della Realtà, ma al tempo stesso è lo strumento che ci permette di accedere all'insegnamento. 
Tutta roba, secondo me,  che è ben espressa da pochi versi degli Shiva sutra:

I,1:
Caitanyam àtmàLa conoscenza consapevolezza è l'Atman


I,2:
Ajnanam bandhah
L'ignoranza è ciò che ci lega.


II,1:
Cittam mantrah
La mente è il mantra



III,1:
àtmà cittam
La mente è l'atman



III,2:
Jnànam bandhah
La conoscenza è ciò che ci lega.
Non so se sia possibile trovare dei legami etimologici tra il nome della sacerdotessa Io e il pronome che in italiano indica la prima persona singolare (pare che derivi dal latino Ego poi èo quindi io) ma pure sembra che il mito narri la storia della nascita dell'Io/Ego.
L'Io/Ego è un fantasma. non ha esistenza propria, ma è l'effetto della funzione "proiettiva della mente che è legata all'assoluto così come Mercurio (Ermes) è figlio di Zeus.Ma è la mente  stessa (Mercurio) che riesce a liberarla dal mostro dei cento occhi (percezioni) usando non la spada diritta della discriminazione, ma una spada curva.
La creazione dell'ectoplasma Io è ciò che conduce ad una contraddizione molto di difficile da cogliere in chi si avvia sul sentiero della ricerca filosofica.
Spesso si crede di ricercare Dio ma si sta cercando l'Io, ma visto che l'Io non esiste sarà impossibile da rintracciare.
E' un feticcio vuoto, e come gli incubi e gli elementali dell'occultismo, farà di tutto per "vivere", per far credere ad una sua esistenza.
L'Ego è un fantasma che genera se stesso.

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