venerdì 1 novembre 2013

L'UOMO SAGGIO RESPIRA CON I TALLONI

Per molti anni ho meditato su una frase di Chang Tsu.
Una sola frase.
Era una specie di ossessione: risuonava nelle orecchie, improvvisa, nel dormiveglia o nelle attese strategiche alla fermata del bus.
Già, ci sono mille e mille modi diversi per occupare tempo e mente.Il riflettere costantemente su una frase incomprensibile non è certo il più fruttuoso.
- "L'uomo saggio respira con i talloni"-
- "L'uomo saggio respira con i talloni!"-

- "L'uomo saggio respira con i talloni?"-

A volte ho pensato ad errori di traduzione o a un codice segreto, inaccessibile senza la parola chiave.
Che cazzo vuol dire "respirare con i talloni?"
Ascoltare con le orecchie, ascoltare con il cuore, ascoltare con il respiro,
non basta: b
isogna "Ascoltare senza scelta". 
L'uomo che respira con i talloni  è il dio che ascolta se stesso, è Shiva samapadastanaka, Shiva "che si tiene saldamente sui due piedi". 
L'assoluto che racchiude in se stesso ogni cosa e che dona a Brahma, il dio dei Veda, l'illusione di creare. 
Il Principio che chiama l'immagine di sé, Kala Rudra, il divoratore del tempo, il vuoto creativo in cui tutto si riassorbe. 
L'uomo che respira con i talloni è Shiva Mahesvara
L'acqua non lo bagna, il fuoco non lo brucia, la montagna non lo spaventa, perché è lui l'acqua, il fuoco e la montagna. 
Il respiro dell'uomo puro è hamsa che a son di ripeterlo diventa Sa'ham
Io sono lei.
Io sono Shiva Mahesvara. 
Non c'è esercizio di respirazione, non c'è asana che possa condurre al Dio che ascolta se stesso.
E' troppo semplice: senza scelta, senza tecnica, senza scopo. E' così semplice che nessuno lo ritiene possibile. 
Ogni tecnica va appresa alla perfezione e ogni tecnica è solo un appiglio, un artificio per  cercare di non cadere nell'abisso.Fare - non fare. 
Mente - non mente Ego - non ego.... 
Appigli, salvagenti, sostegni per la mente che ha paura di gettarsi nel vuoto. 
La mente è movimento, non la si può arrestare e il vuoto è infinita energia creatice. Il vuoto è un foglio bianco . 
La meditazione è la matita sospesa sul foglio. 
Sul foglio bianco posso disegnare la colomba di Picasso, il cerchio perfetto o uno scarabocchio... 
Ecco! Le tecniche apprese sui libri e nelle scuole coi diplomi e le medaglie apposte sul petto sono scarabocchi
Non sono inutili, per carità. 
A son di disegnarli  il foglio bianco si trasforma, piano piano, in un foglio nero, poi asta che qualcuno ci metta in mano una matita bianca e  ci spieghi che meditazione non è l'atto volontario del disegnare, ma è mettersi ad osservare la matita nell'attimo in cui comincia a scrivere o disegnare e ascoltare il silenzio nell'istante in cui la matita è sospesa sul foglio
L'attimo che precede l'atto è
 lo spazio in cui non entra un capello su cui meditavano i samurai. 
E' il suono di una mano sola su cui meditavano i monaci zen. 
Mettere la mente nel respiro, come fanno quelli che dicono di insegnare vipassana (insegnare "vipassana"?) vuol dire imprigionare la mente nel respiro. 
Oh, certo,  è meglio che farla girare a vuoto in mille  e mille pensieri, storie, rancori e dolori, ma è pur sempre un imprigionarla. Mettere la mente nel chakra della fronte vuol dire imprigionare la mente. 
Mettere la mente sulla kundalini che sale vuol dire imprigionare la mente. Mettere la mente su un'immagine sacra vuol dire imprigionare la mente.
Quando la mente è libera resta solo l'osservare.
L'osservare è il "ricordarsi di sé".
La mente libera di muoversi senza costrizione la si può solo osservare, allora gli occhi si muovono da soli verso la mente, shambavi mudra. Un gesto che  non si può imitare. 
Posso mettere volontariamente le mani nella mudra dell'insegnamento ed imitare il Buddha. 
Ma non sarò il Buddha
Posso volontariamente storcere gli occhi verso il naso e imitare il non sguardo dei samurai, ma non sarò il samurai Non posso volontariamente osservare la mente. 
Non posso volontariamente assumere shambavi mudra.
Shambavi mudra è la mente che osserva se stessa. 
La mente che non è prigioniera si espande in ogni direzione e contemporaneamente si contrae nel punto infinitamente piccolo. 
Il punto infinitamente piccolo e lo spazio infinitamente grande sono la stessa cosa. La mente che non è prigioniera è la mente di buddha. 
Anzi, è Buddha .

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