venerdì 29 novembre 2013

RTA, IL RITMO UNIVERSALE

"Questo sarebbe allora il mio gioco, in attesa che la breve onda che io sono, suscitato per caso e per breve incorporamento sull’oceano della vita, scompaia di nuovo nella mai spenta agitazione di quello, per dar luogo ad altri labili flutti: gioco innocuo e modesto, come altri in più impegnativi e pericolosi giochi si trastulla"
Giuseppe Tucci
 




Ciò che è definito caduta, ovvero l'apparente incarnazione del jivatman, è l'unica possibilità che ha l'uomo per conoscere. 
La vita dell'uomo inteso come individualità non è altro che un gioco. 
Tucci parla di onde ed oceano della vita, metafora usata da tanti altri studiosi e praticanti. 
L'onda nasce per il desiderio di conoscere. 
L'oceano non può averne coscienza perché per lui l'innalzarsi dell'acqua ed il suo risolversi come schiuma sono solo apparenti. 
Non perché non ci sia qualcosa che sia innalza e risolve , ma perché quel qualcosa è l'oceano.
Che l'onda sia più o meno alta e potente, che sia blu, nera o verdastra si tratta sempre e solo di oceano. 
Se l'uomo non si facesse domande ma accettasse il suo essere una apparente modificazione dell'oceano dell'esistenza, non vi sarebbero né dolore, né rabbia né desiderio. 
La morte sarebbe solo un ritorno. 
La nascita un nuovo inizio. 
Eventi assolutamente ininfluenti per il grande oceano. 
Perché allora il dolore, la sofferenza, la rabbia? 
Perché l'attaccamento dell'uomo a ciò che è impermanente? 
L'Esistenza è un gioco e come ogni gioco deve avere delle regole. 
che per i Veda sono sintetizzate in un unica parola ऋत Ṛta
Ṛta è l'ordine cosmico e, insieme , la relazione tra rito (azione sacra) e divenire. 




La parola proviene da  che indica il movimento e ar che sta per giusto, appropriato armonioso. 
Il giusto ritmo, la giusta azione sono Bellezza e Armonia. 
Paura, sofferenza, ansia di incompiutezza nascono dalla "decisione" dell'uomo di andare "fuori tempo", di opporsi alla Bellezza ed all'Armonia. 
Vorrebbe "creare un suo mondo", l'uomo, modificare l'ordine naturale. 
Naturalmente non può, ma questo suo desiderio crea dolore,  rabbia, angoscia proprio perché irrealizzabile. 
Il desiderio di cambiare il ritmo naturale è detto, nei Veda द्रुह् druh
Druh è tutto ciò che si oppone, che combatte l'ordine naturale. 
Il piccolo io, l'Ego, è la diga che l'Uomo costruisce per cercare di interrompere il normale flusso dell'esistenza. 
Non essendoci alcuna differenza tra Essere e divenire (essendo il divenire null'altro che la possibilità espressione dell'Essere) e non essendoci differenza alcuna tra spazio interno (aham) e spazio esterno (Idam), costruire delle dighe significa imprigionare se stessi. 
Queste dighe, queste "catene" che l'uomo inventa per rendere dolorosa la propria esistenza sono chiamate ग्रन्थि granthi o nodi della conoscenza. 



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