mercoledì 30 ottobre 2013

AFRORE

La conoscenza di cui parla Samkara non sembra differire punto dalla conoscenza di cui parla Platone.Riprendo la metafora vedantica della schiuma ( vedi AFRODITE E LA SCHIUMA DI SHANKARA):



"Allorchè furono manifestati da questo Sé, tali nomi e forme, pur essendo in principio non manifestati, divennero il nome e la forma dell'Etere assumendone così la natura.
In tal modo sorse dal Supremo Sé l'elemento [sottile?] chiamato Etere come la schiuma opaca [trae origine]dall'acqua.
Ora , la schiuma non è assolutamente identica all'acqua, ma neanche è affatto distinta da essa, giacchè non può essere riscontrata separatamente dall'acqua stessa.Tuttavia l'acqua è di per sé limpida ed è altra cosa dalla schiuma la quale ha natura di opacità.
Nello stesso modo il supremo Sé - il quale è puro e nitido - è affatto diverso da nome e forma che corrispondono, per così dire, alla schiuma. Questi nomi e queste forme, dunque, i quali sono equivalenti alla schiuma [nei confronti dell'acqua] pur essendo in orgine non-manifesti, assumono, allorchè divengono manifestati, la denominazione e la natura dell'etere.


L'Etere è lo spazio in cui si manifesta il suono.
Il suono è la parola.
La parola è manifestazione.
TUTTO NASCE DAL SUONO.Il suono (udito) è anche, stando al Vedanta, il padre di tutte le percezioni. In altre parole, la percezione è UNICA, è la mente che ricostruisce e rappresenta la vibrazione (suono/luce) come odore, sapore, colore, forma... a seconda delle caratteristiche individuali e dell'ambiente culturale.
Nella Chandogya upanishad troveremo ad esempio che il Prana è chiamato "Odore" ed ecco che ci colleghiamo di nuovo (volendo) alla dea greca dell'Amore e della Lussuria: Afrodite, Aφροδίτη, viene da afros ἀφρός, afrore
termine che in italiano è rimasto a significare odore, un odore particolare, "come quello dei cavalli che si stanno accoppiando".A volte, nei significati che parole dal suono antico assumono nelle lingue moderne, sembra quasi si nasconda  un barlume di conoscenza, una goccia di una sapienza antica.
Prendere una parola e andare a ritroso fino al suo "suono madre" è sempre un esercizio interessante
I suoni madre del tantrismo(matrika) sono la rappresentazione di Idee e le idee sopravvivono nelle nostre parole, a prescindere dal significato che gli si attribuisce comunemente.


Si legge nella Brhadaranyaka Upanishad a proposito del sacrificio del cavallo, o  Aśvamedha :

" 1 - L'aurora è il capo del cavallo sacrificale; 
il sole è il suo occhio, il vento il suo respiro, il fuoco onnipresente la sua bocca, l'anno il suo corpo. 
Il cielo è il dorso del cavallo sacrificale; 
l'atmosfera è la sua pancia, la terra il suo inguine; 
i punti cardinali sono i suoi fianchi, 
i punti intermedi le sue coste, le stagioni le sue membra, i mesi e le quindicine le sue giunture, i giorni e le notti le sue gambe, le costellazioni le sue ossa, le nubi le sue carni. 
La sabbia è il cibo che egli digerisce; 
i fiumi i suoi intestini, i monti il suo fegato e i suoi polmoni, le erbe e le piante la sua criniera; 
il sole che si leva è il davanti del suo corpo, dietro il sole che tramonta. Il lampo è il suo ringhio, il tuono lo scuotimento del suo corpo, la pioggia la sua orina, la voce della parola il suo nitrito.

2 - Il giorno, che posa sull'oceano orientale, fu la coppa posta dinanzi al cavallo. 
La notte, che si trova sull'oceano occidentale, fu la coppa posta dietro al cavallo. Egli fu il Destriero che portò gli Dei [...]"

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