lunedì 28 ottobre 2013

L'ENNEAGRAMMA E L'ADVAITA VEDANTA

Ai fini di una migliore comprensione dell'Advaita Vedanta, potrebbe essere  utile, senza pretendere però, di fare dei confronti tra divers scuole o "rami" filosofici, osservare il simbolo grafico dell'enneagramma usato da Gurdjeff.




L'enneagramma è formato da tre diversi triangoli equilateri indicati rispettivamente dai numeri  1-4-7; 2-5-8 e 3-6-9.
3-6-9 indica, per parlare del sadhana Advaita, l'intervento diretto del guru.
Se tracciamo l'asse verticale si può osservare che l'enneagramma viene diviso in due parti a destra troviamo i numeri 1-2-3-4 ed a sinistra 5-6-7-8.
il 9 centrale (come i suoi multipli 54-72-99-108-144) è la rappresentazione dell'Assoluto, ovvero il brahman.
Il primo livello coscenziale è la religione o stato coscienziale di livello 1 detto in India vedācāra. 
1 rappresenta la possibilità della conoscenza dei testi e degli insegnamenti orali che portano allo sviluppo di una fede che viene poi rappresentata dal livello 2 o vaisnavācāra.
Questo secondo livello è il livello del devoto e di colui che sente la necessità di aiutare gli altri.
E' il livello della Religione dell'Uomo, ovvero del नारायण nārāyaṇa, che significa appunto "sentiero dell'Uomo".
Il numero 3 rappresenta l'intervento (shock addizionale) dell'istruttore che conduce al livello superiore, quello in cui la devozione (bhakti) viene integrata nella conoscenza (jnana), per raggiungere  il livello saivācāra rappresentato dal numero 4. Per procedere è necessaria l'iniziazione data da shiva nella forma di daksinamurti corrispondente al n° 5





Dakshinamurti (che in India è la "costellazione di Orione") significa faccia o forma rivolta a sud.
Quando insegna, gli allievi guarderanno, ovviamente a nord(?!?)...
Tramite l'iniziazione diretta del maestro interiore (punti 3,6,9) si passa quindi sul sentiero di निवृत्ति nivṛtti.
Se il numero 5 si può identificare dakshinacāra, vamācāra sarà il n° 7
Il 7 è lo stato della distruzione di प्रवृत्ति pravṛtti.
Con l'aiuto del guru (3,6,9) si giungerà allo stato di yogācāra, lo stato di non  rappresentato dal numero 8, che si potrebbe denominare advaita.
La realizzazione, Moksha, è intesa come identità con il brahma ed è rappresentato nel nostro schema (che, ripeto , è usato per rendere agevole la descrizione dei due sentieri, ma non ha sicura corrispondenza con ciò che chiamiamo brahmajnana) dal n° 9 che corrisponde allo stato detto dai tantrici kulācāra, dove कुल kula significa "casa", "famiglia", "numero.
La non dualità è lo stato coscienziale di chi ha superato o distrutto, per così dire, Pravṛtti, la via diretta.
Parlare di non dualità senza aver svelato e rinforzato il proprio dharma senza aver ottenuto gli strumenti con cui soddisfare le aspirazioni e i desideri che provengono dal nostro karma pregresso, è velleitario.
Credo sia una delle cose più difficili da comprendere dell'insegnamento del vedanta advaita.

Riassumo adesso le mie considerazione in uno schema, che non ha altre prestese se non quelle di aiutare la memorizzazione.

1) primo livello VEDACHARA
2) secondo livello VAISHNAVACHARA
3) Shock addizionale, intervento del Guru sotto forma di istruttore
4) terzo livello SHAIVACHARA
5) quarto livello DAKSHINACHARA 

1+2+3+4+5 = VIA DIRETTA o PRAVRITTI MARGA

6) Shock Addizionale, intervento del Guru sotto forma di Maestro Interiore.
7) quinto livello VAMACHARA
8) sesto livello YOGACHARA
9)realizzazione, identità con il Brahman, KULACHARA

6+7+8+9 = VIA A RITROSO o NIVRITTI MARGA


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